Le varie e ricche sfaccettature del maestro Costantini  *        
                     
    di Giuseppe Goisis            
                     
                     
    Nel 2022, il maestro Ernani Costantini compirebbe cento anni e la città di Venezia si è stretta attorno alla sua memoria per celebrarlo con iniziative ed eventi di grande significato, a cominciare dalla mostra alla Fondazione "Bevilacqua La Masa", sostenuta da un corposo catalogo, contenente quadri poco conosciuti e accompagnati, nel catalogo stesso, da un apparato fotografico di pieno rilievo 01.
Altre iniziative importanti di studio e celebrazione sono annunciate da prestigiose istituzioni veneziane.
In un tal contesto, secondo il mio giudizio, occorre sottolineare come la personalità del maestro Ernani non si sia limitata alle opere pittoriche, ma, al contrario, si sia espansa in varie direzioni: è stato, mi sembra importante ribadirlo, un intellettuale di ispirazione cristiana convinto e coraggioso, che si è via via occupato di molte questioni, anche di attualità.
L'ho conosciuto di persona negli anni Novanta, in occasione del Premio letterario "San Vidal", un premio importante, che ha avuto ben 19 edizioni consecutive. In quella circostanza, parlammo con grande piacere di Maritain, di Claudel e dell'arte sacra e potei ammirare la sua vasta e approfondita cultura, la sua limpidezza coraggiosa di artista e intellettuale a tutto campo: non solo, ripeto, la sua grande opera pittorica, diffusa sul territorio, ma anche i suoi interventi nel settore saggistico, della poesia e infine del romanzo.
La sua operosità di scrittore non mi pare un aspetto marginale, né meramente integrativo, ma scorre invece come un addentellato complementare e incisivo, servendo anche a illuminare e chiarire i presupposti estetici della lunga e vigorosa creatività di pittore.
Considero, prima di tutto, l'àmbito saggistico: fra i contributi più significativi del maestro Ernani, capace di usare la penna con la stessa abilità ed esattezza del pennello, gli scritti sull'arte sacra, confluiti in un agile volumetto; in questi scritti, dotati di una straordinaria verve polemica, Costantini demolisce un'idea convenzionale e irrigidita di arte sacra, evidenziandone l'artificiosità e contrapponendo un'idea della creazione artistica di grande respiro, capace di travalicare ogni schema, ogni grettezza aprioristica 02. Si avverte in queste pagine la freschezza e l'audacia di alcune idee rielaborate, dopo essere state attinte dal più vivo cattolicesimo francese, quello collegato alla corrente personalista e al neotomismo di Jacques Maritain, evocato sopra.
Il secondo àmbito di scrittura coltivato da Costantini riguarda la poesia, in particolare con la silloge di versi: L'abbaino; la corposa oggettualità costituisce lo sfondo da cui s'intrama una poesia ispirata alla vita quotidiana, anche ai particolari che la animano, con uno stile disadorno, ma pregnante. Si tratti di un caminetto, di fiori secchi o della luce del sole che filtra dalle persiane: tutto diviene "materia" e fonte d'ispirazione per l'intensa sensibilità poetica di Ernani. Una poesia che manifesta qualche parallelo con la temperie dei "crepuscolari", ma senza la tenerezza languida che li caratterizza, al posto della quale brilla il robusto vigore del maestro e della "grande salute" che lo abitava.
Infine, il terzo settore d'impegno: quello del romanzo, coltivato soprattutto negli ultimi, operosi anni di vita quando l'attività di dipingere opere di vaste dimensioni è divenuta, via via, più difficile.
Quattro romanzi rimangono, e penso rimarranno, impressi nella memoria: Personale a Venezia, Quella lontana estate del '45, Ritorno a Monte Lungo, Sst… è la luna. Quella che forse è l'opera migliore, più riuscita è Ritorno a monte lungo 03.
Se negli altri romanzi vibra, prevalentemente, la nota di una struggente nostalgia, il diario di guerra: Ritorno a Monte Lungo si manifesta più aderente e fedele alla realtà storica, imponendosi per la vivezza delle descrizioni, in particolare dei movimenti bellici, dei colori e per il gusto della libertà e dell'avventura che lo percorre da cima a fondo.
Il cromatismo, il movimento, la vertigine degli spostamenti: ogni particolare evidenzia lo sguardo di uno scrittore che si rivela, prima di tutto, pittore, proteso ad afferrare la realtà in tutto il suo volume, con una sensibilità che, semplicemente, si trasferisce alle storie da narrare, con la capacità di tradurre ogni sguardo in parole adeguate, parole sobrie ma anche, nel loro dinamismo, precise ed efficaci.
In conclusione, uno dei più travagliati e intricati problemi è costituito dal rapporto tra Costantini e certe intuizioni e sperimentazioni della modernità, a partire dal Cubismo. E a me pare di poter dire che la "semplicità" che gli è attribuita, insieme con la "classicità", sia una mezza verità, per meglio dire una verità che va chiarita e riformulata in maniera approfondita. E per fare ciò il critico deve sottolineare, con particolare rilievo, il ciclo Da Eva a Maria: le Donne della Bibbia, una mostra itinerante, in dodici grandi tele, presentata, a partire dal 1987, prima a Venezia, poi a Padova e a Verona, sempre accompagnata dalle fini poesie dell'amico Antonio Bruni.
Riflettendo su questo ciclo, si discerne entro una pluralità di significati: si può esser semplici ignorando la complessità e i drammi della modernità, rimanendone al di qua, come accade a certi pittori ingenuamente naïf, semplici perché ignari, o non adeguatamente maturati. Ma si può essere semplici anche per via di una non facile conquista, di un doloroso affinamento, riconducendo le poliedriche e variegate esperienze ad unità, in un moto quotidiano di convergenza: allora, se il tormento dell'esistenza, con i suoi conflitti tragici, ricerca una forma adeguata, si avvicina la possibilità di un'opera potenzialmente compiuta, che si collochi oltre la modernità, al di là di essa.
A me pare che solo in questo secondo senso, radicalmente distinto dal primo, l'opera di Ernani Costantini sia "semplice".
Nel nostro mondo, risuona drammaticamente l'interrogativo gridato da Dostoevskij: "È vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?". L'interpellato, il principe Myskin, non risponde ma non dice neppure di no. Forse la bellezza potrebbe aiutare per credere, oggi 04.
Cerco di sintetizzare così: l'augurio che ci possiamo rivolgere è forse quello "che la bellezza sia con noi", la bellezza in ogni forma ed aspetto, per farci tornare ad esistere con maggior pienezza… Il Maestro Costantini ha seguito un suo itinerario originale, intensamente personale, dialogando con ogni famiglia di artisti e cercando sempre di non perdere la sua umanità, cosa meno facile di quanto si creda.
Tutto quello che ho accennato, i rapporti intellettuali ed estetici con Maritain, le relazioni più o meno polemiche con i critici d'arte: tutto converge a disegnare un artista e un uomo di cultura "a 360 gradi", una persona desta alle problematiche del suo tempo, sempre pronto a cercare delle soluzioni ispirate al valore della solidarietà.
Considerando con uno sguardo d'assieme l'intera opera di Ernani Costantini, si può concludere che il suo itinerario si configura come un cammino ispirato alla Filocalia, cioè all'amore straordinario per la Bellezza, che ci fornisce una fragile speranza, pur profondamente legittima 05.
La Filocalia è, simultaneamente, viaggio e mèta, c'immerge nel mondo, splendente sorriso di Dio a noi, ma ci eleva altresì, col suo pungolo assiduo, verso Cieli e Terre più veri. Alla fine, si rischia di scoprire di essere a tal punto coinvolti in tale itinerario che potremmo aver paura di avvicinarsi, a gustare una gioia inedita e tanto grande.
   
     
   
     
   
     
   
     
   
    Note
   
    01 ^ Cento anni di Ernani. Centenario della nascita di E. Costantini, introduzione di F. Brandes, Grafiche Veneziane, Venezia, 2022.

02 ^ Ernani Costantini, Arte sacra. No, Emiliana, Venezia 1990. Uno scritto da tempo esaurito, che sarebbe opportuno rieditare, aggiornandolo per quanto riguarda l'insegnamento dei pontefici, arricchitosi con Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e con lo stesso Francesco.

03 ^ Ernani Costantini, Personale a Venezia, Marsilio, Venezia, 1999; Id., Quella lontana estate del '45, Supernova, Venezia, 2001; Id., Ritorno a Monte Lungo, Supernova, Venezia, 2002; Id., Sst…è la luna, Il Prato, Padova, 2005.

04 ^ Fiodor Dostoevskij, L'idiota, parte III, V, a cura di L. Ginzburg- A. Polledro, Einaudi («I Millenni»), Torino, 1972, p. 378.

05 ^ Bruno Forte, La via della Bellezza. Un approccio al mistero di Dio, Morcelliana, Brescia, 2007. Aggiungo il riferimento a due cataloghi più recenti: Ernani Costantini in privato, Grafiche Veneziane, Venezia, 2016; La Madonna della Salute di Mestre. Da Oratorio dei Battuti a Santuario Diocesano, Marcianum Press, Venezia, 2019.
   
             
                     
    *^ Dal Notiziario della Scuola Grande di San Rocco, , Venezia, primavera 0222      
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                             
                             
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